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EGITTO, REGNO DI

(304 a.C. - 30 a.C.). Monarchia ellenistica (diadochi) fondata da Tolomeo, figlio di Lago, che a Babilonia, morto Alessandro Magno (323 a.C.), era stato incaricato del governo dell'Egitto. La dinastia dei Tolomei governò un regno prospero e potente. L'età della grande spinta economica e legislativa si esaurì con Tolomeo IV Filopatore (221-204 a.C.). In un quadro di grandi difficoltà interne, tra intrighi di corte, rivolte indigene e fenomeni di brigantaggio, la monarchia tolemaica continuò formalmente fino al 30 a.C., quando l'Egitto fu ridotto a provincia romana; ma di fatto già da un secolo e mezzo la disgregazione era in atto. Migliaia di papiri ci informano sul sistema di sfruttamento economico della regione organizzato dai Tolomei ad Alessandria: attraverso una complessa rete di burocrazia centralizzata, che recuperava in parte le strutture amministrative dell'epoca faraonica, lo stato tassava e programmava in regime di monopolio tutta la produzione agricola e industriale (settori alimentare e tessile). La quota regia derivante dalla coltivazione della terra arrivava fino al 50% del prodotto; le imposte doganali, fra il 20 e il 50% del valore delle merci, denunciano un indirizzo autarchico e protezionistico. Il territorio fu diviso in una quarantina di distretti (nomoi), a loro volta composti da zone (topoi) e villaggi (komai), rispettivamente gestiti da nomarchi, toparchi e comarchi. La fiscalità, sotto la direzione di un ministro (dioiketes), era curata dagli oikonomoi, mentre per tutto l'Egitto erano stanziate truppe agli ordini di strategoi, le cui funzioni nel tempo si estesero sempre più dalla sfera militare a quella civile. L'indirizzo mercantilistico, tendente all'accumulo di ricchezze, era imposto dalla necessità di fronteggiare le ingenti spese del tesoro (mantenimento di funzionari statali ed eserciti mercenari, organizzazione di feste); esso produsse forti tensioni etniche, tra indigeni e greco-macedoni, e sociali nella campagna, con frequenti episodi di fuga dai villaggi dei contadini esasperati dalla pressione fiscale. Forte elemento di continuità anche culturale tra Egitto faraonico e tolemaico furono i templi, cui erano annessi vasti terreni coltivati sotto il controllo di sacerdoti indigeni. L'assegnazione di lotti di terreno a militari in congedo provvisorio fu un altro aspetto del dirigismo economico attento a ogni possibile fonte di guadagno. La politica estera dei Tolomei, che mirava a controllare la Siria meridionale (Celesiria), Cipro, parte dell'Asia minore e delle isole, fu dettata dalla necessità di procurarsi le materie prime, soprattutto legname e metalli, di cui l'Egitto era privo.

D. Ambaglio